Social Media Monitoring: organizziamo gli Insights!

Nella terza lezione del corso Social Media Management e Monitoring abbiamo approfondito le caratteristiche di diversi tool di analisi e misurazione, interni ai social oppure esterni. Da questa overview abbiamo visto che il numero di insights raccolti dai diversi social è davvero rilevante e che hanno tutti caratteristiche molto diverse. Per la nostra attività di monitoring abbiamo necessità di organizzarli e di riportarli ad una sorta di unità in termini analitici.
Come fare? Ce lo ha spiegato Emanuela Zaccone nella quarta lezione, individuando quattro macro-aree in cui possiamo far rientrare le principali tipologie di indicatori:
 

  • Volumi: la prima categoria è puramente numerica: analisi quantitativa! Ci rientrano i volumi di conversazione, il monitoring della crescita di fan e followers, il numero di persone che interagisce con i nostri post, gli account Twitter più menzionati. Come case history Emanuela ricorda il confronto televisivo organizzato da Sky nel 2012 in vista delle primarie del centro sinistra. Ebbene l’hashtag ufficiale per seguire le conversazioni era #ConfrontoSkytg24: considerati i 140 caratteri di Twitter era obiettivamente lungo, ed infatti fu superato in breve tempo dall’hashtag “#csx2” scelto dagli utenti. A fine serata la quantità di tweet con l’hashtag “breve” era nettamente superiore rispetto ai tweet con hashtag ufficiale, con la conseguente perdita per Sky di una fetta importante di conversazioni.

[Tool consigliati]: tra i tool che permettono di quantificare cosa sta succedendo on line rispetto alla conversazione specifica, uno dei migliori per fare monitoring su Twitter è Topsy. Facile e gratuito, consente 3 tipi di azioni: social search, social analytics, social trends. Non permette di esportare i dati ma per un’overview può essere molto utile!
 

  • Identità: questa categoria ci consente un’analisi delle persone coinvolte. Chi sono gli autori unici (commenters, tweeters)? Quante persone muovono una serie di conversazioni? Quali sono le persone più influenti? E poi quante persone riesco a raggiungere? Quali sono gli utenti più affezionati, che tendono ad interagire maggiormente con noi? Quindi un’analisi che va dall’engagement rate ai dati di reach e impressions.

[Tool consigliati] Commun.it è un tool molto semplice per gestire la Twitter Community. In particolare permette di migliorare le relazioni con quelli che vengono chiamati influencers, sia con le persone che hanno più peso all’interno della community sia con i principali followers.
 

  • Sentiment Analysis: positivo, negativo o neutro? Capire che tipo di sentiment ci sia rispetto alle conversazioni che ci riguardano è sicuramente una delle cose più importanti da misurare! Rispetto alle prime categorie, ci siamo spostati più su un’ analisi qualitativa dei singoli contenuti che ci può restituire una concreta valutazione. Tuttavia una difficoltà è data dal fatto che la lingua italiana, a differenza di lingue straniere più lineari, ha un livello di complessità maggiore. Ad esempio se in un tweet utilizzo un tono ironico, come fa il tool ad intuirlo? In tal senso fare sentiment analysis può diventare difficile. In primo luogo potremmo considerare un campione statisticamente significativo ma non avremo comunque certezza assoluta dei risultati. In secondo luogo dobbiamo tener presente che on line non siamo tutti uguali! Bisogna imparare a distinguere le varie identità attribuendo loro un peso differente: se su 100 tweet soltanto due hanno un sentiment negativo, ma la fonte di quei due tweet è un influencer con milioni di followers, la ricaduta, in termini di impatto, sarà evidentemente significativa.

[Tool consigliati] Cyfe: è un tool che ci consente di avere tutti i risultati di monitoraggio in un’unica dashboard: all in one! Il suo plus è proprio la possibilità di avere gli analytics insieme e di poter confrontare in un unico luogo gli indicatori più importanti. È uno strumento intuitivo, free (max 5 widgets) e multiutente.
 

  • Strategie: è l’ultima categoria nell’elenco, non per importanza ma per logica. Il cerchio si chiude, infatti, con un’analisi over all delle strategie: tutto va pensato e valutato in base ai nostri obiettivi. Possiamo raccogliere dai social molti insights, possiamo ordinarli e catalogarli, ma manca sempre il nostro approccio strategico.

 
E allora cari Dolabber tenete sempre presente l’importanza del processo di social media monitoring; ricordando che strategie e monitoring non vanno mai disgiunti in quanto non sono compartimenti stagni ma parti di un unico virtuoso sistema circolare.
 
Elena Musco