Confesso: con il corso “Fare Marketing dalla A alla Z” mi trovo a intraprendere un’avventura nell’avventura.
Entro per la prima volta in un’aula di DoLab School come docente e, per certi aspetti, questo passaggio mi dà un po’ di stranezza: amo la formazione e sono portata per i ruoli che mi vedono trasferire conoscenze, ma è inevitabile stavolta notare una differenza rispetto ad altre situazioni, perché è come se mi autoreferenziassi in virtù di ciò che ogni giorno faccio per lavoro.
A DoLab sono fortunata perché ho un posto in camera di regia, conosco il dietro le quinte delle aule, posso progettare insieme ai docenti, lavoro a fianco delle persone che abitano LUISS ENLABS, sono chiamata a coordinare la didattica, ogni tanto mi siedo con gli studenti e faccio lezione con loro. Grazie a tutto questo posso ascoltare le richieste, le motivazioni e i desideri dei professionisti che si rivolgono a noi e imparare, a mia volta, da loro.
In questo modo sono arrivata alla consapevolezza che molto spesso le persone desiderose di formarsi non hanno soltanto bisogno di ricevere l’how to di un argomento o di apprendere quali siano i tool del momento ma anche di capire quale sia il contesto di riferimento, in quale sistema andranno prese le decisioni e disegnate le strategie. A volte mancano la riflessione, le basi e la comprensione di cosa significhi “fare in digitale”, probabilmente lo diamo per scontato, ma abbiamo un grande bisogno di orientarci all’interno della vastità del nostro settore.
Perché un corso di marketing a tutto tondo anziché di “digital” marketing?
Ecco perché si dice che, in verità, il web marketing sia ormai morto (Gartner, 2016). Ad esempio, in ambito eCommerce – solo perché in questo contesto il digital ha trovato pratica applicazione – shopping e aziende vanno ormai intese come multicanali. L’ecosistema digitale comprende sia il processo di produzione che di acquisto ed è basato su una filiera tanto fisica quanto digitale. Anche nella customer care e satisfaction il marketing ha pieno titolo per dettare le linee, senza più distinguere la sua area di azione in online e offline.
Poiché i clienti scelgono sempre più spesso esperienze dominate dai canali digitali, il digital marketing non è più una disciplina a sé ma il contesto stesso del marketing: il marketing digitale è il marketing in un mondo diventato digitale.
Il 10% dei CMO dice di essere andato oltre le tecniche del digital marketing per ampliare il ruolo del marketing e creare nuovi modelli di business e esperienze cliente guidati dal digitale.
[Yvonne Genovese, Group Vice President di Gartner]
Durante il corso approfondiremo questo passaggio e lo faremo anche grazie alla case history che ci aiuterà a realizzare il nostro project work.
Illuminante, in questo senso, la “Digital Marketing Transit Map” interattiva che illustra l’hub in cui noi marketer siamo chiamati ad agire: ieri eravamo impegnati in analisi sito, oggi ci tocca pensare un piano marketing dalle fondamenta, domani occuparci del budgeting, poi ci capiterà di seguire un cliente solo per un progetto social e tra qualche anno chissà. Siamo pronti a cogliere tutte le opportunità che il settore ci offre?
Anteprime sul corso Fare Marketing dalla A alla Z
A proposito del mio rapporto personale con i contenuti del corso, ho capito che non si tratta meramente di insegnare “il marketing”, ma di condividere ciò che ho imparato in questi anni di esperienza, principalmente come consulente in azienda. Ho vissuto le stesse difficoltà che vivono tutti ma sono riuscita a trasformare le mie cose preferite nel mio lavoro.
Durante il corso eviterò di analizzare campagne di famosi casi o mostrare le best practice sulle fanpage di brand internazionali, né menzionerò tool gratuiti che è facile imparare a usare attraverso una semplice ricerca su Google, ma farò riferimento proprio ai casi reali a cui ho lavorato, come per sviluppare content creation e campagne pubblicitarie in Ninja Marketing, elaborare il design editoriale del Il Giornale Digitale, lavorare al piano marketing di Suncity, stabilire le policy editoriali e social di Senza Filtro, supportare con una consulenza strategica dedicata specificatamente ai social Trigano e altri ancora.
Il project work
Il project work, invece, sarà fatto per Rebello, startup nel portfolio di LUISS ENLABS dal marzo 2015, quando cioè LVenture Group ha investito: sarà con noi Daniel Tocca, CEO della fashion company, a darci feedback, consigli e per “premiare” i migliori lavori.
Ho scelto Rebello perché quest’azienda, made in Italy, vuole rivoluzionare l’industria della moda dimostrando, con il proprio business, che è possibile produrre rispettando l’ambiente.
Rebello è a tutti gli effetti una B-Corp (ne parleremo meglio), infatti utilizzando un processo produttivo dei capi d’abbigliamento completamente ecosostenibile: dalla selezione delle materie prime (cotone biologico, bambù ed eucalipto) all’esecuzione di trattamenti (lavaggi e tinte) a basso impatto ambientale e non dannosi per il consumatore finale, dalla realizzazione di stampe con colori a base d’acqua all’esecuzione del finissaggio post-confezione solo con colori a basso impatto ambientale ed enzimi organici per arrivare alla logistica del trasporto che minimizza i chilometri che i capi devono percorrere per arrivare al consumatore.
Augurandomi di essere stata all’altezza delle confessioni di Danielantonio, Maurizio, Gabriele e Riccardo, ammetto che mi è mancato l’occhio vigile di Sara, intervistatrice ufficiale di questo format, ma sono grata sia a lei che alle ragazze del team per avermi chiesto, per una volta, di non rispondere a domande ma lasciarmi semplicemente andare mentre racconto il mio rapporto personale con i contenuti del corso.
Vi aspetto in aula dal 7 novembre e… aspettatevi una grossa sorpresa già dalla seconda lezione: otre a Daniel, avremo altri ospiti, sia in aula si in collegamento web e uniremo i contenuti appresi in aula con quelli degli eventi in arrivo (vorrei dirvi di cosa si tratta ma, se lo faccio, Valeria mi censura il post!)