Teoria e pratica della nascita di una campagna digital

Dopo aver concluso il brief con il cliente e completato il Brief Model Canvas, siamo pronti per costruire una digital strategy.
La fase di analisi del brand e del mercato di riferimento, che comprende l’individuazione dei plus e dei minus rispetto ai competitor e la definizione degli obiettivi, è fondamentale. La conoscenza approfondita dell’azienda per cui lavoriamo e della sua posizione nel settore di riferimento, viene prima della proposta creativa.
I concetti su cui ci siamo soffermati durante l’ultima lezione vertono su:

  • brainstorming, mind map e team management;
  • big idea e piano di comunicazione digitale;

DAL BRAINSTORMING AL DIGITAL PROJECT MANAGEMENT

Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo, allora tu e io abbiamo sempre una mela per uno. Ma se tu hai un’idea, e io ho un’idea, e ce le scambiamo, allora abbiamo entrambi due idee.”  George Bernard Shaw

La fase di brainstorming è la più libera e la più creativa. I DoLabber, divisi in gruppi, si sono cimentati in questa attività di condivisione delle idee, confrontandosi sul project work “Moovenda“, la startup che i ragazzi devono analizzare. In questa fase la velocità gioca un ruolo fondamentale: serve a incrementare le connessioni in modo intuitivo. L’obiettivo è quello di elaborare una Big Idea che convinca tutti i membri del gruppo e che sarà il punto di partenza della campagna digitale.
Lo strumento che la coach suggerisce di usare per facilitarsi il lavoro è Simplemind, un tool che permette di appuntare le idee e di connetterle, anche gerarchicamente, usando i colori per differenziare i vari rami di sviluppo.
Una volta definito il concetto chiave, il “mantra claim” su cui si baserà la digital strategy, bisogna definire il messaggio da veicolare, le risorse di cui abbiamo bisogno e i collaboratori da coinvolgere, gli obiettivi di business che vogliamo raggiungere, le strategie da adottare, gli spazi e i tempi.
In ogni digital team che si rispetti, ognuno dei membri ha un ruolo e dei compiti diversi in base alle predisposizioni e alla formazione. Per gestire i progetti all’interno del team Asana è un ottimo strumento.
Si tratta di una web app che permette di seguire un progetto dalla pianificazione alla realizzazione, monitorando gli step intermedi e i task assegnati a ogni membro del team. Con Asana è sempre possibile avere una visione completa dell’andamento del lavoro in relazione ai tempi previsti per la consegna.
 
IL PIANO DI COMUNICAZIONE DIGITALE
Le attività e i luoghi necessarie alla creazione della presenza digitale di un brand si suddividono in:

  • owned o hub di proprietà: sito internet, landing page, microsito, blog, app, canali social;
  • paid: social advertising, SEM;
  • earned: conversazioni, recensioni, menzioni su blog esterni;

Nel caso di Moovenda l’obiettivo principale è la conversione del cliente, che coincide con il download della app. Ma ogni percorso di conversione deve condurre a una nuova conversione: un cliente che ritorna vale più di un nuovo cliente, perché ha dimostrato di essersi affezionato al brand.
 

SOCIAL E FOOD: CONTAMINAZIONI

Come i social hanno cambiato il settore “Food & Beverage”? I dati, a questo proposito, sono eloquenti: sui social le persone parlano di cibo, e lo fanno continuamente.

  • le persone si interessano di cibo: il 78% degli Italiani cerca sul web info sui prodotti alimentari;
  • il 36% degli italiani condivide online opinioni su piatti, ricette e ristoranti;
  • sono nati alcuni social dedicati esclusivamente all’argomento, i più famosi sono TripAdvisor e Yelp;
  • il 90% degli utenti ricerca le informazioni sui ristoranti dal proprio smartphone;
  • il cibo è un catalizzatore sociale: negli ultimi tre anni la cucina ha scalato la classifica degli argomenti preferiti degli italiani, dal sesto al primo posto, anche grazie alla produzione editoriale e ai programmi TV che parallelamente hanno spopolato;
  • la tecnologia sta influenzando il consumo: tutte le fasi sono socializzate, dalla ricerca del locale fino alla fruizione, e successivamente al giudizio finale sull’esperienza.

Lo studio della contaminazione tecnologica nell’ambito del “food & beverage” è molto interessante. Il fatto che il cibo sia diventato un’esperienza così legata alla tecnologia ha moltiplicato le occasioni di confronto e di condivisione tra le persone facendo crescere esponenzialmente l’attenzione e la conoscenza sull’argomento.
Siamo diventati tutti aspiranti chef o quanto meno intenditori, anzi, come dice la ricerca di Squadrati, presentata alla Social Media Week 2015, “siamo un popolo di foodies“.
Approfondimenti sul tema “food & beverage” insieme allo studio di social media strategy efficaci in questo settore, servono a raccogliere dati e a stimolare la nostra creatività.
Stay hungry e alla prossima lezione!
Teresa Ceglie