Tips per il Digital Advertising | #DoLabStrategy Lesson 6

Eccoci alla sesta lezione del corso Digital strategy e project management. Manca poco alla presentazione del project work alla startup Whoosnap e i Dolabber sono in fase di finalizzazione del lavoro. Ma per i dubbi dell’ultimo minuto, cosa c’è di più utile e desiderabile di un ripasso con la prof sui criteri di elaborazione di un documento strategico?


Esercitazione sul documento strategico

Futura Pagano dedica, infatti, la prima parte della lezione ad un’esercitazione molto pratica su fasi successive: analisi, mappa, big idea e user experience. Se i passaggi strategici sono chiari nella nostra mente, il nostro analytic thinking non procederà in maniera randomica! L’invito rivolto ai futuri digital strategist è di acquisire il metodo: individuare chiaramente il tema e l’ambito di analisi, definire bene i nodi concettuali e, soltanto dopo, creare la struttura ramificata in base alle informazioni in nostro possesso. Individuati i concetti, sarà naturale e logico metterli in relazione, e potremo creare bellissimi alberi ramificati, coerenti, immediati, come quelli raffigurati nelle slide proiettate.
Una volta definite mappa e big idea, focalizziamo l’attenzione sulla user experience. Il lavoro di analisi e le considerazioni strategiche sviluppate lungo il percorso saranno i nostri asset. Per i nostri utenti possiamo prevedere una strategia fondata su contenuti, canali social, e SEO, oppure investire maggiormente sull’ADV. La risposta l’avremo osservando la nostra mappa concettuale: la strategia è nascosta tra i rami, dobbiamo solo coglierla e svilupparla.


Digital Advertising

La seconda parte della lezione è dedicata al digital advertising: ce ne parla Fabrizio Trentacosti, docente DoLab ed esperto di digital marketing. La prima domanda rivolta all’aula è tra quelle che il cliente giudica “scomode” ma è determinante per impostare il lavoro: che budget abbiamo? E poi: come lo spendiamo?
Meglio CPC (costo per click), CPM (costo per mille impression) o CPM ottimizzato (costo per mille impression “ottimizzate”)?
In effetti, i fattori che incidono sul tipo di investimento e sui risultati attesi sono molteplici. Ma è sicuramente più professionale ragionare in termini di ROI, Return On Investment: se considero entrate, costo dei beni/servizi venduti, costo di pubblicità e applico precisamente la formuletta, posso calcolare la mia percentuale di ROI e valutare se quell’investimento s’ha da fare oppure no.
Ma dopo aver definito budget e ROI, è bene sapere qualcosa sui banner e sui formati.
Sapete che se vogliamo ottenere tanti click (= aumentare il CTR) la scelta dei colori da utilizzare ha il suo peso? E che, lato copy, è opportuno inserire una call to action? Che PNG è il formato ottimale dei files?
E poi arriva il momento del domandone classico: “Quali canali scegliamo?”
Partendo dai risultati che desidero ottenere dalle inserzioni (like sulla pagina, conversioni sul sito, installazioni app), Facebook Ads garantisce di certo la maggiore profilazione dell’audience. Posso segmentare in base ad aspetti demografici, interessi, comportamenti, relazioni, ed avere una mappa talmente analitica da pianificare campagne su target molto mirati. Anche Twitter, con la sua profilazione per località, sesso, parole chiave offre più tipologie di advertising: account sponsorizzati, tweet sponsorizzati, tendenze sponsorizzate, oltre poi ad un possibile retargeting. Infine LinkedIn. Su questo social profiliamo per area, industria, posizione lavorativa, anzianità, titolo di studio, gruppi. E creiamo la nostra campagna: Link + testo, titolo, descrizione e immagine.

 

Quale sarà la strategia di digital advertising scelta dai nostri Dolabber? Lo scopriremo la prossima volta, in occasione della presentazione al cliente, ma siamo certi che sarà una pubblicità con un ROI altissimo!


Elena Musco