Misurare i social media: perché farlo?

Zac bozza DEF

Quella del social media manager è una delle professioni più richieste sul mercato del lavoro. Ma cosa c’è dietro a questa figura? Quali competenze, ruoli e formazione vanno a completare un profilo professionale così nuovo ma allo stesso tempo così fondamentale e strategico? Lo scopriamo attraverso un’intervista a Emanuela Zaccone, startupper, social media analyst e docente del corso di Social Media Management & Monitoring della nostra scuola.

 

Ciao Emanuela, se dovessi riscrivere la tua bio di Twitter, sarebbe?
Identica. La mia costanza è il cambiamento, senza la bio di Twitter che mi ricorda i miei punti fermi – TOK.tv e AIDA Monitoring – perderei l’orientamento.
Credo di averla cambiata appena 2 o 3 volte negli ultimi 7 anni.
Bisogna imparare a conoscersi tra le timeline, non a giudicarsi dalle bio.

Cosa fa nello specifico un Social Media Analyst?
Misura l’efficacia delle attività realizzate dal proprio brand e dai competitors sui social Media e indirizza azioni e strategie dei Social Media Manager.

 

Ma come si diventa Social Media Analyst?
Io ho cominciato come Social Media Manager ma avvertivo l’esigenza di “provare” quanto stavo facendo, di misurarne gli effetti.
La passione per le analisi ha fatto il resto.

 

Quali caratteristiche non può non avere un Social Media Analyst?
Deve conoscere benissimo le dinamiche dei Social: dalle caratteristiche editoriali fino ai formati di advertising. Deve sapere trovare il dettaglio ma anche avere la visione di insieme.

Come hai capito che era il lavoro della tua vita?
La prima volta che ho osservato quanto stavo facendo per un cliente e mi sono detta: “I Social senza possibilità di essere misurati sono nulla per un brand. E non vanno da nessuna parte”. All’epoca stavo scrivendo la mia tesi di Dottorato. Pochi mesi dopo questa consapevolezza mi ha portato a fare questo lavoro in Telecom Italia.

 

Cosa ti ha aiutato di più nella tua carriera?

Ho una innata capacità di osservazione e di problem solving. E questo mi ha sempre aiutato nell’operare le giuste scelte, valutare gli scenari e trovare la chiave di lettura giusta per ciascun cliente.

In fondo volevo fare l’ingegnere.

 

Qual è stato il momento più difficile della tua storia lavorativa? oppure Ci racconti il momento in cui hai pensato “ma chi me l’ha fatta fare!”?

Rifarei tutto, identico. È la strada che mi ha portato a co-fondare AIDA Monitoring, la mia startup specializzata proprio in Social Media e Web Monitoring.

Qual è il tuo metodo formativo?
Non amo le lezioni in cui io parlo e gli altri ascoltano. Per quanto possa interessare ciò che abbiamo da dire, se non si fa non si impara.

Perché dovrei seguire il tuo corso?

Perchè lavoreremo direttamente sulle startup. Nulla di ciò che impareremo (perché sì, impariamo sempre insieme) sarà solo teorico: ci applicheremo per studiare, misurare e migliorare la Social Media strategy di una startup.

 

Cosa si imparerà di pratico al corso?

Impareremo a trovare gli indicatori giusti per valutare le attività dei brand, ad usare i principali tool presenti sul mercato e a gestire i Social Media in modo efficace.

 

Dai un consiglio a tutti gli aspiranti social media manager.
Cito quello che ho detto al #DoLabCamp: il modo in cui vi comportate sui social media è il prototipo del vostro approccio ai brand. Imparate a gestire i vostri account prima di lavorare su quelli dei brand. Misurate le vostre azioni, diventate strateghi di voi stessi.
Almeno online.

 

Ti è piaciuta questa intervista? Forse può interessarti il corso di Social Media Management e Monitoring di Emanuela Zaccone in partenza il 7 ottobre! Affrettati, i posti stanno per finire.