SEO su Amazon: fattori di ranking e 8 strumenti per l’ottimizzazione

SEO su Amazon: ottimizzare per vendere di più.
Per vendere su Amazon con successo è indispensabile conoscere come funziona l’algoritmo che regola il posizionamento degli articoli su A9, il motore di ricerca interno. Come per Google, esistono delle accortezze che permettono ai venditori di posizionare meglio i loro articoli sui risultati di ricerca, sebbene Amazon non abbia mai rivelato come funziona il proprio algoritmo.
È per questo che le strategie SEO per Amazon (ottimizzazione per il motore di ricerca di Amazon) che stiamo per illustrare non hanno nulla di ufficiale, ma nascono dall’esperienza e dagli studi di alcuni professionisti del settore, tra i quali Giovanni Cappellotto, Ecommerce & Retail consultant nonché docente del corso E-Commerce e Marketplace Online di DoLab.

Come funziona il posizionamento su Amazon

Amazon offre i risultati che reputa più pertinenti e validi in base alla ricerca dell’utente. Certo, occorre ricordare che preferibilmente spingerà gli articoli che lui stesso vende, ma non a discapito del potenziale cliente, che vuole rendere soddisfatto.
Per stabilire la pertinenza e il valore di un articolo Amazon tiene conto di questi aspetti:

  • CTS (click to sale): qual è la percentuale di vendita in base a quante volte viene visualizzata una scheda prodotto? Questo per Amazon è un dettaglio che attribuisce o toglie valore e/o pertinenza, e quindi ranking, ai prodotti in vendita.
  • CTR (percentuale di clic): qual è la percentuale di click in base a quante volte viene mostrato un prodotto tra i risultati di ricerca? Questo dato dà indicazioni ad Amazon sulla pertinenza in riferimento alla ricerca dell’utente.
  • Recensioni e feedback dei clienti: sono importanti non solo nel numero o nella natura (positive o negative) ma anche nella qualità: se provenienti da recensori validi avranno più peso, così come hanno molto peso le recensioni provenienti da utenti che non sono soliti recensire gli articoli acquistati. Anche la presenza di fotografie è un fattore considerevole.
  • Domande dei clienti: un buon servizio di customer care passa anche da quanto un’azienda è avvezza a rispondere alle domande dei propri clienti o potenziali tali.
  • Prezzo del prodotto: sebbene non basti predisporre un prezzo più basso della concorrenza per figurare tra le prime posizioni del motore di ricerca, il costo di un articolo ha una sostanziale rilevanza. Verrà rapportato il prezzo a tutti gli altri fattori: se l’oggetto che vendiamo viene considerato non solo pertinente e valido, ma anche economico, probabilmente sarà in cima alla concorrenza.
  • Immagini ottimizzate: le linee guida di Amazon raccomandano immagini di almeno 1000×1000 megapixel, così che i clienti possano godere delle funzione di zoom. Gli articoli che permettono una migliore esperienza di acquisto verranno privilegiati.
  • Parole chiave: come l’algoritmo di Google, anche A9 tiene in considerazione la presenza di parole chiave: se queste sono sul titolo e sulla descrizione l’articolo verrà ritenuto più pertinente, probabilmente. Ma siccome probabilmente Amazon non riconosce i sinonimi, vanno inserite le parole chiave correlate, ma senza esagerare: ricordiamoci che sarà l’utente a decidere se cliccare o meno su un prodotto, e inserire titoli chilometrici saturi di sinonimi di certo non invoglia al click.

Inoltre pare siano importanti:

  • le varianti del prodotto (colori, formati, tessuti diversi, ecc…)
  • la consueta buona gestione degli ordini (Amazon preferisce i prodotti che vengono spediti dai loro magazzini, ovvero i prodotti FBA – Fulfilled By Amazon)
  • l’efficienza dell’account (bassi tassi di difetto, tassi di cancellazione, spedizioni in ritardo, ecc.)
  • le vendite di prodotti esauriti: vendere un prodotto che non si possiede potrebbe avere pesanti ripercussioni su tutti gli articoli in vendita.

Per migliorare le prestazioni degli articoli in vendita esistono una serie di tool, utili non solo ad accrescere il potenziale ma anche a semplificare la strategia.

Come fare SEO su Amazon: gli strumenti che fanno la differenza

·        MerchantWords

Come abbiamo già detto, l’algoritmo di Amazon considera la presenza delle keyword, che incidono quindi sul posizionamento dei prodotti. La scelta quindi può essere cruciale: i prodotti contenenti parole chiave con un alto volume di ricerca probabilmente avranno più successo, ma dobbiamo saper valutare se il nostro ranking ci permette di concorrere a quelle parole chiave o meno. Merchantwords è uno strumento che permette di scoprire cosa cercano gli acquirenti su Amazon e con quali keyword, riportando anche le keyword correlate e i sinonimi. Se si riesce a sfruttare al meglio questi dati si avrà un certo vantaggio sui competitor. Costa circa 60 $ al mese.

·        Sonar Tool

Anche questo tool riporta i dati sul volume di ricerca relativi alle parole chiave. È uno strumento gratuito, per cui non dispone delle funzionalità avanzate necessarie per l’analisi dei dati acquisiti, ma per iniziare a testare, oppure per piccoli business, è l’ideale.

Come fare marketing su Amazon: gli strumenti che devi conoscere

·        Unicorn Smasher

Questa è un’estensione di Chrome totalmente gratuita che permette di individuare dati relativi ai migliori venditori per categorie di prodotto. Il tool informa sul ranking dei venditori, su quali siano i brand trattati, il numero di variazioni di prodotto, i prezzi, le stime di vendita e altri dettagli. Grazie a questo strumento possiamo analizzare la nostra nicchia e la concorrenza, così da capire se è il caso o meno di tentare un business su Amazon.

·        AMZ tracker

Questo tool è interessante non soltanto per gli avanzati strumenti di monitoraggio, ma soprattutto per la possibilità di creare le Super-Url. Una super-url è un indirizzo abbreviato di un prodotto Amazon che simula una ricerca con specifiche parole chiave e il click al nostro articolo. Se quindi qualcuno cliccherà sulle nostre super-url (magari sui social, sul blog, sui forum) si migliora il ranking relativo alle parole chiave che abbiamo inserito sulla super-url, ma soltanto alla condizione in cui si convogli del traffico reale (senza l’utilizzo di bot). Questa tecnica va utilizzata con intelligenza, perché se miglioriamo il CTR ma non sale il CTS, il nostro articolo verrà penalizzato.

·        Xsellco

Su Amazon, se si vuole rimanere competitivi, occorre tenere monitorati quotidianamente i prezzi dei competitors e adeguare le proprie offerte di conseguenze. Questa operazione di repricing, se svolta manualmente, si rivela lunga, difficoltosa, noiosa. Xsellco è la risposta: questo tool consente una modifica automatica e istantanea dei prezzi in relazione ai prezzi dei competitor. È possibile settare il software in modo che il prezzo non scenda o non salga mai sotto o sopra una certa cifra.

·        Camel Camel Camel

Un altro modo per controllare le oscillazioni dei prezzi ce lo offre il tool Camel Camel Camel: inserendo sulla barra di ricerca la parola chiave di interesse, oppure un link che punta al prodotto di nostro interesse, possiamo conoscere le fluttuazioni di prezzo che ha avuto quell’articolo e il prezzo attuale.

·        Sellerlabs Ignite

Anche su Amazon è possibile sponsorizzare i prodotti, così da conquistare quella fetta di utenti che non si riesce a raggiungere. Sellerlabs Ignire è una suite per la gestione completa degli annunci su Amazon, che sostituisce la necessità di utilizzare Amazon Seller Central e aggiunge funzionalità innovative per aiutare i venditori a selezionare le parole chiave più efficaci, analizzare le loro prestazioni e ottimizzare la spesa pubblicitaria.

·        GS1it.org

I prodotti in vendita su Amazon devono essere necessariamente identificati con un codice a barre EAN, che devono essere univoci, legittimi e riconosciuti a livello globale. GS1 Italy è l’unico ente in Italia autorizzato a rilasciare i codici a barre GS1 (EAN). Partecipare acquistare i codici su GS1 si dovrà pagare un costo una tantum per l’iscrizione e un costo annuale che varia in base alla quantità di codici EAN gestiti e in base al proprio fatturato annuo. Questo ha senso quando vengono venduti oggetti dei quali rivendichiamo la proprietà del marchio.