Startup: 5 errori da evitare

Sono così tante le start-up nate negli ultimi anni, che l’Economist ha paragonato l’esplosione imprenditoriale della nostra Information Era ad un momento Cambriano: quel momento evolutivo di 50 milioni di anni fa che ha visto moltiplicare esponenzialmente le forme di vita sul pianeta.
Le aziende innovative basate sulla tecnologia, a rapida crescita, hanno penetrato ogni ambito della società, basti pensare ad Airbnb. Come afferma Marc Andreessen: “Software is eating the word”.
 
L’imprenditore è colui che sa trasformare una esigenza ancora latente in una opportunità di business. Una buona idea imprenditoriale può rappresentare un punto di svolta sia personale che professionale. Il mondo è cambiato, e i consumatori sono sempre più disposti a cercare soluzioni smart alle loro esigenze, anche affidandosi a realtà emergenti.
La parola start-up è entrata nel quotidiano ed è parte integrante della nostra economia.
Ma non tutti i progetti vanno in porto e non fa differenza avere l’idea o meno, ma riuscire a realizzarla.
 
SE HAI IL PIGLIO IMPRENDITORIALE, ECCO 5 PASSI FALSI DA EVITARE
 
La fase iniziale di un progetto è sempre la più difficile, è il momento in cui si definisce l’identità di un’idea, si testa e si apre al mondo esterno. Molte idee rimangono impigliate in questa fase. Se ne stai covando una, ecco cinque errori che non devi commettere per far sì che spicchi il volo.

  1.   No a “Eravamo quattro amici al bar, che volevano cambiare il mondo”

Il team è fondamentale: i membri devono avere background e know how diversi, devono condividere i valori e il mood dell’azienda nascente, e essere ugualmente disposti a fare grandi sacrifici in termini di tempo e impegno per far sì che questa nasca, cresca e si evolva.

 

  1.   Il mio prodotto spacca (su Marte)!

L’analisi del mercato, con target e competitor annessi, è il punto di partenza. Per quanto bella possa essere l’idea, non esiste mercato dove non viene individuato un bisogno. Identifica esattamente dove vuoi posizionarti, in cosa ti differenzi e dove sta l’innovazione che porti. Tieni la tua idea ancorata al pianeta terra, monitora i feedback e fai in modo che non si discosti troppo dal progetto stabilito, in caso contrario il rischio è che potrebbe venirne fuori un prodotto fichissimo ma che non vuole nessuno!

 

  1.   Il Business Plan lo faccio fare a mio cugino che studia economia!

Il Business Plan è la tua strategia, la visione che hai della tua azienda e il biglietto da visita per ottenere i tanto agognati finanziamenti. Se non sei in grado di compilarlo in autonomia, chiedi aiuto a un esperto. È importante che sia completo e che preveda queste voci, suggerite dal Sole 24 ore: dati anagrafici dell’imprenditore e dell’azienda, descrizione del progetto, l’analisi di mercato con competitor e target, il piano marketing, la struttura organizzativa, le previsioni economico finanziare, i fondi di copertura investimenti, lo stato patrimoniale e i flussi di cassa.

 

  1. Non ho tempo di pianificare e monitorare tutto!

“Non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”, diceva il buon Seneca.

La costruzione della brand identity della tua startup necessita di una strategia di comunicazione, in linea con gli obiettivi di business, e del costante monitoraggio dei risultati che ottieni. Tieni una Dashboard con i dati che ti interessano (numero di visitatori unici, nuovi iscritti, download, ecc.) sempre aggiornati in tempo reale, in questo modo tu e il tuo team saprete meglio come muovervi.

 

  1. “Che facciamo stasera?” “Quello che facciamo tutte le sere, tentare di conquistare il mondo”

Dai tempo al tempo. Un’indagine condotta su  32.000 startup all’interno del progetto Startup Genome, ha rivelato che l’errore maggiormente commesso, e che tarpa le ali alle startup nelle fasi iniziali, è il Premature Scaling: cioè la diffusione del prodotto su larga scala, troppo in anticipo rispetto alle sue reali possibilità.

Per conquistare il mondo c’è sempre tempo, riduci lo spettro potenziale del tuo business, costringiti a seguire un binario ben definito e a differenziarti fortemente, il momento di “scalare” arriverà.

La stessa DoLabSchool è una startup ed è in un momento evolutivo importante: la scalata che prevede l’allargamento del modello di business a tutta Italia. Non esiste la ricetta infallibile per creare una startup di successo, ma ci sono esempi di successo e best practice da seguire.
Di certo una buona idea, basata su un reale bisogno latente, un team che funziona, una strategia di comunicazione e presenza efficace, il monitoraggio dei risultati e la giusta tempistica, possono fare la differenza.
Homo faber est sui quisquae fortunae!
 
testo Teresa Ceglie
visual Valeria Sebastiani
 
infografica startup by DoLab School